Il brano di oggi (Mt 18,12-14) ci immerge nel cuore della misericordia divina, un amore che non si accontenta delle apparenze, ma si spinge fino ai confini del perduto per riportarlo a casa. Gesù, attraverso la parabola, ci invita a comprendere che ogni persona, per quanto possa sembrare insignificante o lontana, ha un valore infinito agli occhi del Padre.
Nel nostro quotidiano, spesso ci preoccupiamo di preservare ciò che è sicuro e stabile. Ma Gesù ci svela una logica diversa: quella di rischiare tutto per chi si è perduto. Il pastore lascia le novantanove al sicuro sui monti per andare in cerca di una sola pecora smarrita. Questa scelta sembra irrazionale, ma per Dio non c’è niente di più naturale. La gioia del ritrovamento: Dio non si limita a perdonare, ma si rallegra profondamente per ogni persona che ritorna a Lui.
Un amore personale: La parabola sottolinea che Dio non ama genericamente, ma ciascuno in modo unico e speciale. Gesù ci invita a riflettere su come accogliamo chi si smarrisce: Andare verso chi si è allontanato, senza giudizi o pregiudizi. Essere strumenti di gioia, aiutando gli altri a riscoprire la vicinanza di Dio. Non trascurare i piccoli: Ogni persona, soprattutto i più fragili, merita la nostra attenzione e il nostro amore. Questo brano, in definitiva, ci ricorda che la volontà del Padre è che nessuno si perda.
E noi siamo chiamati a farci portatori di questa stessa misericordia, lasciando che la nostra vita diventi un riflesso dell’amore di Dio per ogni creatura. Come il pastore della parabola, siamo invitati a cercare, accogliere e gioire per chi ritrova la strada verso casa.